fede

Alle suore del  Monastero di Vallegloria per le claustrali nel mondo la consegna della Costituzione apostolica Vultum Dei quaerere

Antonio M. Petrosino
Pubblicato il 30-11--0001

In prossimità della giornata di preghiera per le claustrali, che annualmente viene celebrata dalla Chiesa universale il 21 novembre, giorno in cui si festeggia la presentazione della Beata Vergine Maria al tempio, sono lieto e al tempo stesso onorato, per il compito ricevuto, di raccontare ai lettori della rivista san Francesco di Assisi quanto è accaduto ad un gruppo corposo di suore urbaniste lo scorso 25 agosto.

Poco tempo prima del reale incontro, a cui hanno partecipato anche Mons. Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Foligno e l’autista dell’autobus Umbria mobilità, uno dei segretari di Papa Francesco ha telefonato alle clarisse dell’antico Monastero  di Santa Maria di Vallegloria (situato a Spello), comunicando all’Abbadessa della comunità  il desiderio del Pontefice di incontrarle in Vaticano, per trascorrere assieme una giornata di spiritualità e di fraternità.

In realtà, nonostante la genuina semplicità e festosità dell’evento, caratterizzata come sempre dall’accoglienza, dall’ascolto, dal confronto e dal dialogo, l’incontro voluto e programmato dal Santo Padre Francesco tramite uno dei suoi segretari, non è stato affatto fine a se stesso. Aveva ed ha tuttora una valenza giuridico-spirituale importantissima e non solamente simbolica, cosa che le sorelle clarisse spellane hanno inteso molto bene.

Difatti, in tale piacevole circostanza, che Dio nella sua bontà ha reso possibile, il Vescovo di Roma ha consegnato alle clarisse presenti – (pensando però anche a quelle attualmente sparse nel mondo e a quelle che la divina provvidenza vorrà in seguito donarci) – la Costituzione apostolica sulla vita contemplativa femminile: “Vultum Dei quaerere”, resa pubblica il 29 giugno di quest’anno, in occasione della solenne festività liturgica dei santi apostoli Pietro e Paolo.

La consegna del recente documento papale – che il Vicario di Cristo, nel suo stile semplice, ha poi simbolicamente donato a tutte le claustrali presenti nel mondo attraverso le suore del monastero clariano di Spello – è avvenuta nell’Anno Giubilare della Misericordia e a pochi mesi dalla conclusione di un altro importante evento ecclesiale, che ha interessato molti religiosi e tantissime religiose: l’Anno della Vita Consacrata (30 novembre 2014 – 2 febbraio 2016).

La costituzione apostolica già sopra menzionata – di cui ha ricevuto in omaggio una copia direttamente da Papa Francesco anche Mons. Gualtiero Sigismondi, non solo come Vescovo di Foligno ma anche in qualità di Presidente della Commissione Episcopale della CEI per il Clero e la Vita Consacrata oltre che come Delegato della Santa Sede per i Seminari in Italia – è stata ufficialmente pubblicata il 22 luglio 2016.

A distanza di sessantasei anni dalla precedente costituzione apostolica emanata nel 1950 dal Pontefice Pio XII, ossia la Sponsa Christi, questo nuovo documento del magistero petrino, ancora una volta dedicato alla vita monastica femminile, è un invito a tener vivo nel tempo – certamente con forme e modalità nuove, senza però cedere alla mentalità del secolo presente – l’ispirazione e l’identità del carisma ricevuto da Dio per il bene della Chiesa e dell’umanità.

La profonda emozione sperimentata quel giorno, indescrivibile a parole ma ben visibile e leggibile sul volto delle suore, come testimoniano qui le varie foto, è dovuta non soltanto alla opportunità di essere a Roma, in udienza dal Papa come intera comunità claustrale (forse per la prima volta nella storia della Chiesa), lasciando per un giorno vuoto e solo il monastero, generalmente abitato e mai abbandonato, nemmeno nei momenti di serie e grandi difficoltà .

La letizia di quel giorno, a quanto testimoniano le claustrali spellane, non sta nemmeno solamente nell’aver visitato la Basilica di san Pietro e nell’aver varcato la “Porta Santa della Misericordia”, o nell’aver partecipato alla mensa eucaristica e a quella comune ad ogni persona con Papa Francesco, ma nell’aver ricevuto l’onore e l’onere di rappresentare le tante claustrali sparse nel mondo che ogni giorno si sforzano di vivere con fedeltà la propria vocazione .

In maniera calorosamente cordiale, con una sensibilità che, senza alcuna forzatura, potremmo definire materna, Papa Francesco ha manifestato la sua paterna vicinanza e attenzione alle claustrali che, secondo i dati gentilmente forniti dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e riportati poi con accurata trattazione sulla rivista Testimoni (9/2016, p. 3), nel mondo attualmente esse sono circa 44.000.

Di fronte però al calo numerico delle vocazioni e all’invecchiamento graduale e progressivo delle suore – problema che ora non esiste presso la comunità clariana di Spello, ma che purtroppo è presente altrove, come pure l’incapacità di gestire economicamente realtà e strutture nate in un passato lontano dal nostro presente – il documento, anzitutto, invita le suore a leggere con fede i segni dei tempi, per non cedere erroneamente allo scoraggiamento.

In secondo luogo, per rispondere con creatività e con obbedienza filiale alle continue sollecitazioni e necessità della Chiesa universale, viene suggerito, con la dicitura giuridica della Federazione, un più fecondo e fruttuoso spirito di collaborazione tra i vari monasteri, con lo scopo di andare ben oltre il semplice significato di sentirsi fraternamente uniti in rete, senza però minare o ledere quella sana autonomia di cui attualmente già gode ogni monastero.

Infine, dal documento papale, si evince una maggiore apertura non tanto di porte quanto piuttosto di cuore e di mente verso chi è soprattutto in difficoltà, condividendo ciò che si è e si ha con i miseri. Inoltre, ci si auspica una più concreta attenzione alle mutate condizioni socio-culturali della società contemporanea e una sempre più partecipazione attiva nella preghiera all’azione pastorale della Chiesa, secondo gli ordinamenti disposti dall’Ordinario del luogo.

La recente Costituzione apostolica, “Vultum Dei quaerere”, che le clarisse di Spello hanno accolto con gioia e fiducia, si colloca sulla scia di quell’invocato cammino di “metanoia” indicato dal Concilio Vaticano II al capitolo VI della Costituzione dogmatica Lumen gentium, che genericamente tratta proprio dei religiosi, come pure nel Decreto Perfectae caritatis che riguarda specificamente il rinnovamento della vita religiosa.

A questi due preziosi e qualificati testi normativi, ricchi di riferimenti a brani scritturistici, nutriti di sapere teologico e spirituale, dal linguaggio semplice e scorrevole, dal contenuto profondo, successivamente hanno fatto seguito altri, altrettanto importanti, pubblicati sia dal Dicastero di competenza fino al 2015, sia dai vari Pontefici che hanno preceduto in questa opera Papa Francesco.

La vita religiosa oggi, nella sua ricca e multiforme varietà non solo di colori e di carismi, ma anche di culture, di lingue e di geografie diverse, in realtà fa costantemente riferimento a uomini e donne che nel corso dei secoli hanno fondato e stabilito nuove forme di vita consacrata nella Chiesa, col proposito di avere come norma di vita il Vangelo nel servizio al prossimo, trascorrendo la propria esistenza secondo il dettame dei consigli evangelici .

Pertanto, fare memoria di ciò che gratuitamente si è ricevuto in dono, alla luce delle meraviglie che il Signore ha operato nella vita dei santi fondatori, per annunciarlo e testimoniarlo con più gioia, è uno dei tanti obiettivi presenti nel documento papale ed è quanto devono continuare a fare le claustrali. Per il rilancio però di una realtà che la Chiesa ha particolarmente a cuore, cioè la Vita Consacrata, spetta ai pastori far comprende ai laici il suo autentico valore profetico.

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